Gazzettadellevalli – “Cosa significa arrivare fino in fondo? Lasciare qualcosa ed è quello che ho fatto questa sera“, con queste parole lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet ha concluso il suo intervento al Palazzetto dello Sport di Ponte di Legno (Brescia) nel contesto della prima edizione del festival culturale “Il Sentiero Invisibile“. Un evento che ha raccolto fin dalla prima serata un’eccezionale risposta dal pubblico, con più di mille persone che hanno gremito il Palasport dalignese e scandito con lunghi applausi le quasi due ore d’intervento di Paolo Crepet, autore del volume “Lezioni di sogni” (Mondadori).
PAOLO CREPET – Lo psichiatra ha affrontato temi d’attualità, come ripensare l’educazione, la genitorialità, la scuola, il rapporto tra le generazioni, il futuro. Poi ha affrontato le resistenze, i timori, gli egoismi difficili da vincere, freni che privano i giovani del diritto di far nascere i propri sogni e di coltivarli e il rapporto con la tecnologia e i social media.
“La vita non è un’autostrada”, è una una delle frasi di Paolo Crepet che ha raccolto un lungo applauso, lo psichiatra ha ricordato il rapporto tra padre e figlio, e quello con suo padre in una frase: “Quando arrivi mi rompi le palle, quando te ne vai mi manchi”. Tanti spunti e messaggi sono giunti da Paolo Crepet in una serata storica per Ponte di Legno.
LA KERMESSE – Il festival culturale “Il Sentiero Invisibile”, nato dalla collaborazione tra l’associazione culturale OltreConfine con la Pro loco, la Biblioteca Civica, l’Amministrazione comunale di Ponte di Legno, la cooperativa Il Leggio, il Consorzio Pontedilegno-Tonale e Valle Camonica La Valle dei Segni, si avvale della direzione artistica di Stefano Malosso, proseguirà questa sera – alle 21 al Palazzetto dello Sport, con Massimo Bubola, sul palco insieme a Lucia Miller alla voce e Thomas Sinigaglia alla fisarmonica, per la serata dal titolo “Il testamento del capitano. Racconti e canzoni dalla Grande Guerra”. Bubola, autore del romanzo “Ballata senza nome” (Frassinelli), musicista, poeta, scrittore, con alle spalle oltre venti album e le collaborazioni con artisti come Fabrizio De André e Fiorella Mannoia, nel suo lavoro di ricostruzione delle canzoni della Prima Guerra Mondiale riprende e riarrangia grandi canzoni tradizionali come “Era una notte che pioveva”, “Monte Canino”, “Ta pum” e “La tradotta”, proponendo anche suoi nuovi brani. Un viaggio nelle radici musicali e letterarie del folk del nostro paese, che passerà anche per i suoi grandi classici legati alle tematiche della guerra come “Fiume Sand Creek” e “Andrea”. Uno spettacolo che diventa una riflessione sulle guerre di ieri e quelle, drammatiche, di oggi.
GLI APPUNTAMENTI – La giornata di domani – sabato 20 agosto – vedrà l’incontro con Massimo Gramellini che, moderato da Stefano Malosso, avrà al centro il romanzo “Fai bei sogni. Dieci anni dopo” (Longanesi). “Fai bei sogni”, pubblicato dieci anni fa, è la storia di un segreto celato in una busta per quarant’anni. La storia di un bambino, e poi di un adulto, che imparerà ad affrontare il dolore più grande, la perdita della madre. Un libro dedicato a quelli che nella vita hanno perso qualcosa, un amore, un lavoro, un tesoro, e rifiutandosi di accettare la realtà finiscono per smarrire se stessi, come il protagonista di questo romanzo. A distanza di dieci anni, Massimo Gramellini ha sentito il bisogno di riprendere la sua storia, con inediti capitoli che, partendo dal tema della perdita, continuano a parlarci della verità, della paura di conoscerla, del lungo percorso per la conquista dell’amore e della felicità.
Il festival si chiuderà domenica 21 agosto con Beppe Severgnini, scrittore e giornalista, sempre alle 21 al Palazzetto dello Sport dal titolo “Come organizzare un viaggio disastroso e poi pentirsene a lungo”, un racconto ironico e allo stesso tempo coltissimo sul senso del viaggiare, sulla necessità del movimento, della scoperta, dello sguardo sul mondo. Beppe Severgnini anticipa: “A me non interessano solo i viaggi: mi interessano soprattutto i viaggiatori. Dopo quarant’anni di esplorazioni – professionali, personali, familiari – ho visitato circa cento Paesi nel mondo, vissuto in sei; ho attraversato l’Italia in lungo e in largo, con ogni mezzo di trasporto. Mi sono convinto che esistono dieci regole d’oro e altrettanti errori da non fare (per una vacanza in montagna o per il giro del mondo, stessa cosa). Esamineremo le prime e ci soffermeremo sui secondi: che possono essere istruttivi, quando non diventano catastrofici”. Tutti gli eventi sono ad ingresso gratuito fino ad esaurimento posti.